Homilies
Omelia di Mons. Giambattista Diquattro Cappella della Nunziatura Apostolica Domenica 26 maggio 2019
Gli rispose Gesù: Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Alle sorgenti di ogni esperienza spirituale c’è sempre un movimento verso. Da un piccolo passo, si muove poi tutto in armonia. E il passo da compiere è uno solo: Se uno mi ama. Si può davvero amare Gesù? E come visto che il suo volto non è più tra la gente? 
 
Amare Gesù significa fare come ha fatto Lui, non tirarsi indietro di fronte al dolore, alla morte; amare come Lui significa chinarsi ai piedi dei fratelli per rispondere ai loro bisogni vitali; amare come Lui porta molto lontano… ed è in questo amore che la parola diventa pane quotidiano di cui cibarsi e la vita diventa cielo per la presenza del Padre.
 
Se l’amore non c’è, le conseguenze sono disastrose. Le parole di Gesù si possono osservare solo se c’è amore in cuore, altrimenti restano proposte assurde. Quelle parole non sono di un uomo, nascono dal cuore del Padre che propone a tutti noi di essere come Lui. Non si tratta tanto nella vita di fare delle cose, pur buone che sia. È necessario essere uomini, essere figli, essere immagini simili a Chi non cessa mai di donare tutto Se stesso.
 
Lo Spirito Santo... vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.Fare memoria è azione dello Spirito. Memoria di ciò che è stato detto, di ogni parola uscita dalla bocca di Dio e dimenticata per il fatto che è passato del tempo.
 
La pace di Cristo per noi non è assenza di conflitti, serenità di vita, salute… ma pienezza di ogni bene, assenza di turbamento di fronte a ciò che avviene. Il signore non ci assicura il benessere, ma la pienezza della figliolanza in una adesione amorevole ai suoi progetti di bene per noi. La pace la possederemo, quando avremo imparato a fidarci di quello che il Padre sceglie per noi.
 
Ed alla fine ritorna il discorso dell’amore. Se mi amaste, vi rallegrereste. L’amore che Gesù richiede, è quest’amore! Un amore capace di gioire perché l’altro sia felice. Un amore capace di non pensare a sé come centro di tutto l’universo, ma come luogo in cui il sentire si fa aperto a dare per poter ricevere: non in contraccambio, ma come “effetto” del dono consegnato.
 
E torn ail tema della fede: Gesù istruisce i suoi perché sa che resteranno confusi e saranno lenti a capire. Le parole dette non si dileguano, restano presenza nel mondo, tesori di comprensione per la fede. Un incontro con l’Assoluto che è da sempre e per sempre dono di Dio per noi suoi figli.